Nei giorni scorsi nella Zona 30 Centro Storico di Chieri ci sono stati due incidenti stradali gravi. In zona Annunziata, una donna anziana che attraversava sulle strisce è stata urtata da un bus e ha perso la vita. In via Avezzana due giovani donne, alla guida di due auto, si sono scontrate e una di esse è finita al CTO in codice rosso. Due incidenti diversi fra loro, ma che fanno riflettere sul nostro rapporto con le Zone 30.
Per i guidatori dei veicoli a motore non è solo una questione di rispettare il limite di velocità, ma di assimilare e mettere in pratica nei comportamenti il concetto di “Città 30”. Una città nella quale viene ribaltato il punto di vista: i veicoli a motore non prevalgono più sulle persone che si muovono a piedi, in bicicletta, in modo sostenibile.
Non sono i pedoni i primi a dover fare attenzione, ma sono i guidatori che devono adottare un comportamento sempre prudente e attento. Del resto, se si rispettasse sempre metodicamente il Codice della Strada, gli incidenti si ridurrebbero enormemente. Il Codice è fatto apposta per questo, anche se non ci pensiamo e spesso viviamo le limitazioni del Codice con insofferenza, come pura teoria.
Lo spazio pubblico per le persone non deve essere quel poco che avanza (se ne avanza…) da quello occupato dagli autoveicoli. I marciapiedi devono essere ampi, perché camminare in città sia un piacere. I nostri marciapiedi (quando ci sono…) spesso rendono difficile per due persone camminare affiancate; in caso di incrocio con altri pedoni, spesso è necessario scendere sulla strada per passare. Gli attraversamenti pedonali devono essere la continuazione dei marciapiedi, non uno spazio della carreggiata che i pedoni devono ogni volta conquistare. Le piazze cittadine non devono essere parcheggi, ma luoghi e centri di riunione dei cittadini. Lo spazio pubblico deve essere prioritariamente a disposizione delle persone, lasciando agli autoveicoli sono lo spazio strettamente necessario al transito e, se possibile, alla sosta regolare.
Perché la Città 30 diventi realtà occorrono fondamentalmente quattro cose: la riorganizzazione dello spazio pubblico, una comunicazione mirata e frequente, una segnaletica efficace, i controlli da parte dei vigili.
Chieri ha già fatto alcuni passi importanti verso la Città 30. In questi anni sono stati realizzati numerosi attraversamenti pedonali rialzati, alcuni anche con isola salvagente centrale. E’ stata creata la Zona 30 Centro Storico, una delle più ampie zone 30 nel territorio metropolitano. Il nuovo Piano Generale del Traffico Urbano (PGTU), che il Consiglio Comunale voterà prossimamente, è un piano che risponde allo spirito della Città 30. Sia nell’uso dello spazio pubblico e dello spazio strada. Sia nella moderazione della velocità: il limite 30 km/h viene esteso a tutte le strade dell’abitato, tranne alcune direttrici principali che rimangono a 50 km/h.
Sarà importante che il nuovo PGTU venga compreso e condiviso il più possibile da tutti i cittadini. E che venga attuato in tempi brevi nella sua interezza. Purtroppo, ci sono molti esempi di buoni progetti rimasti in un cassetto o attuati solo parzialmente.
La segnaletica deve essere rafforzata. Non basta segnalare la zona 30 alle porte di ingresso; occorre ricordare ai guidatori che si è in zona 30 anche all’interno, con una segnaletica tattica, non necessariamente da Codice della Strada
Oltre alle regole, alle infrastrutture, alla comunicazione e alla segnaletica, servono anche controlli regolari ed efficaci.
Oggi un guidatore sa che in città nessuno controlla la sua velocità. Eppure, gli strumenti tecnologici per rilevare la velocità nelle vie cittadine ci sono e sono legali. Certo, all’inizio sarà una strage di punti patente, sarà necessario informare i cittadini in anticipo. Però, il timore di una stangata iniziale, delle proteste e del dissenso dei guidatori non può giustificare l’assenza di controlli della velocità in centro abitato.
Sarebbero molto utili anche controlli del rispetto dell’obbligo per i guidatori di dare precedenza ai pedoni sugli attraversamenti pedonali. I vigili li possono fare mettendosi a una certa distanza dagli attraversamenti più frequentati e sanzionando i trasgressori.
Insomma, Chieri ha tutte le carte per essere una vera Città 30. Occorre però lavorare per completare i tasselli mancanti, tenendo sempre presente che una Città 30 non è il risultato di interventi una tantum, ma di azioni della pubblica amministrazione e comportamenti dei cittadini che continuano nel tempo.